Era il febbraio 2014 quando la stella nascente della policica italiana, Matteo Renzi, spodestava Enrico Letta dalla poltrona di Presidente del Consiglio, dopo averlo assicurato, a margine della sua trionfale elezione a Segretario Nazionale del PD, che poteva stare tranquillo. Lo stesso anno, 25 maggio, si tennero le Elezioni Europee, e per il PD del neo Presidente del Consiglio, fu un trionfo (oltre il 40% dei voti), e ciò fece ringalluzzire l’uomo di Rignano sull’Arno. Scrissi allora che Renzi avrebbe dovuto essere cauto e di non lasciarsi trascinare dalla voglia di fare il “bullo”. Purtroppo, quando il potere da alla testa, si finisce spesso per fare le cose più strampallate. Ebbi a precisargli che si trattava di “voti in libertà” che primo o poi sarebbero tornati all’ovile, e così è stato. Purtroppo per Renzi, dopo un 2015 abbastanza tranquillo, volle poi esercitarsi nel cambiamento della Costituzione e nel cambiamento della Legge Elettorale, che, guarda caso, ben si adattavano al suo spirito da dominatore, ben spalleggiato dalla sua sottosegretaria M.Elena Boschi, prova ne sia che la nuova Legge Elettorale, portava il suo nome. Nel frattempo il “porcellum” veniva dichiarato anticostituzionale, stessa sorte toccò all’Italicum di Maria Elena Boschi.Tento di modificare la Cosituzione dando vita ad un Senato non eletto a suffragio universale, bensi di nominati, in buona percentuale dal Partito di Governo. Per completare l’opera, ebbe l’ardire di indire un Referendum per ottenere la massima investitura al suo progetto. Fu, per lui e per la Elena, una vera e propria Waterloo, gli italiani andarono in massa a votare ed in massa gli votarono contro. Fu costretto, come aveva annunciato, a lasciare la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma non andò in esilio come aveva solennemente promesso, rimase in politica come Segretario del PD, anzi si fece rieleggere con una maggioranza bulgara. Alle testa del Governo gli subentrò Gentiloni, anche se con un gabinetto fotocopia di quello renziano (penso che Gentiloni non abbia avuto possibilità di scelta ne dei ministri ne dei sottosegretari, come prevede la Costituzione Della Repubblica Italiana) Vennero le Amministrative del 2016, il PD perse Roma e Torino, ed in Friuli Venezia Giulia, Trieste e Pordenone. Fu un segnale inequivoicabile della accelerazione della fase discendente della parabola renziana, ma il nostro uomo, cocciuto come sempre, non volle darsi per vinto, continuò ad imporre il suo credo, la nuova Legge Elettorale, alla tedesca, inciampò sul primo ostacolo, grazie anche ai franchi tiratori PD.
E siamo ai giorni delle amministrative 2017, già al primo turno emerse la volontà di tantissimi italiani di disertare le urne, volontà che poi si accentuò nel turno di ballottaggio. D’altra parte è difficile pensare che gli italiani possano essere così stupidi da non ribellarsi ad un cderto modo di fare politica, un certo modo che li vuole privare dall’essere loro, gli elettori, a scegliere coloro che dovranno rappresentarli in Parlamento. Non si trattava di eleggere Deputati e Senatori, ma solo dei Sindaci, purtuttavia il rifiuto verso una politica di corruzione, di privilegi e di quan’altro, ha raggiunto percentuali che sfiorano il 50%, quando non lo superano, se è vero che anche nella civilissima Gorizia, al secondo turno si sono presentati a votare solo il 45% degli aventi diritto. Per il PD, si è trattato di un’autentica “Caporetto”, ha perso città come Gonova, governata dalla sinistra da tempi memorabili, l’Aquila, la Spezia ed anche la Stalingrado d’Italia, Sesta S.Giovanni. Anche in Regione FVG, zsono passate di mano, autentico fortezze della sinistra, come Cormons e Duino Aurisina. Il “Re” è rimasto nudo, e nonostante si sforzi di far vedere che i risultati non sono poi stati così brutti per il PD, poichè sno a macchia di “leopardo”, qualcuno l’ha corretto “di ciaguaro”, la batosta subito dal Partito di Renzi hanno portato alcuni pidiessini di quelli che contano, a prendere le distanze dal Segretario, lo hanno lasciato solo “jus soli”, come la legge pro nazionalità per i migranti, rinviata, per opportunità, a dopo i ballottaggi, così come il DL per il salvataggio delle Banche, per non turbare oltre misura gli elettori. Prodi, che si era accampato con la sua tenda nelle vicinanze del Nazzareno, pare intenzionato a spostarla, così pure il fedelissimo ministro Franceschini, così come il ministro Orlando. Quando il condottiero vince, tutti sono pronti a salire sul suo carro, se perde, com’è successo a ripetizione, a Renzi, tutti cercano una via di fuga. E non mi si venga a dire che il centrodestra ha vinto perchè i grillini sono passati dalla sua parte. Sono gli elettori, quelli che nel 2014 alle Europee, pensarono di far bene, io compreso, a seguire l’astro nascente. Quei voti sono tornati all’ovile, sono voti di italiani, che non appartengono ad alcun schieramento politico, ma che di volta in volta, decidono di votare così anzichè colà.
Il voto amministrativo ha fatto ringalluzzire anche Berlusconi, e non è detto che anche lui, come Renzi, non decida di buttare al vento una massa di consensi che neppure lui stesso aveva previsto (uniti si vince, ma l’hanno detto a risultati acquisiti) Quei consensi, che poi rappresentano solo un segnale positivo, vanno gestiti con grande sagacia, con mlo spirito dello Statista e se non ce l’hanno lo vadano a cercare, la società civile, se non i partiti, è ricca di personaggi di grande statura, vadano a cercarli ed a convincerli, poiche per condurre l’Italia furi dal pantano attuale, ci vuolo muno statista di spessore, Berlusconi si dediche alla protezione degli animali e Salvini si accontenti di fare il Ministro, magari degli interni, potrebbe avere un’opportunità per dimostrare tutto il suo valore, gestendo con intelligenza il, grosso problema dei migranti.